Ma come funziona la collaborazione con gli agricoltori?
Enrico: Il lunedì sera arriva una lista dagli agricoltori con i prodotti che potrebbero darci e con questa riusciamo a realizzare un piano settimanale di quello che potrebbe essere recuperato.
Matteo: L’organizzazione con gli agricoltori è avvenuta molto velocemente e si è sviluppata con il tempo, anche imparando dagli errori. Abbiamo aperto a fine novembre dopo solamente due mesi dalla nascita del progetto. La gente che ci circondava ci ha dato un aiuto fondamentale e la rete che si è creata con i produttori è stata cruciale per lo sviluppo dell’idea!
Lo spreco alimentare è un tema caldo in questo periodo e le persone sono sempre più consapevoli del problema
Matteo: La prima volta che ho visitato un’azienda agricola aveva più di un bancale di roba che avrebbe potuto darci: è stato uno schiaffone in faccia! Il problema non è solo estetico ma anche di sovrapproduzione: per contenere i costi viene aumentata la scala produttiva, ma se non vendi al mercato hai uno spreco e in automatico devi buttare via. Reborn.to è quindi nata così, in tempi record e con la voglia di avvicinare le persone al tema dello spreco e del riutilizzo. I piatti che escono dalla loro cucina sono sempre diversi (e buonissimi!)
Matteo: La cucina che ho iniziato a proporre è una cucina un po’ diversa, cerco di rendere curioso quello che presentiamo: non solo piatti classici o il solito minestrone da mestolone, ma provo a sperimentare e far avvicinare anche chi non è vegetariano alla cucina a base di verdure Enrico: Tra le persone che vengono a mangiare, spesso quasi nessuno è vegetariano. Vengono perché piace e perché sostengono il nostro progetto. È una grande soddisfazione!